Siamo come per gli oleandri,
la terra di confine.
Quanta fatica si annidia nel divenire
senza mai percepire
la linea sottile che divide il prima e il dopo
dal tempo che si forma
come in un utero,
nella stanza.
E' la fatica del chiarore dell'alba
dopo lunghe notti senza stelle
e un pensiero si fa clandestino
come l'urlo di un'apologia d'appartenenza.
Ha tende brevi come la vita,
la mia stanza.
Beatrice Niccolai
terra di confine
martedì 5 febbraio 2008
domenica 3 febbraio 2008
esisto
Esisto.
Me lo ricorda ogni giorno
la Tua assenza.
Quella in cui
abbracciata a me,
io ti cerco.
Con una nota incisa
sul pentagramma del silenzio
cigola l'altalena fra due siepi.
Alloro.
Nella narice della sventura,
l'essere di tutto quel che sono,
un mezzo tono sopra la vita,
un mezzo tono sotto la tua vicinanza,
Nulla che ricordi o presagisca
l'apologia di un incontro
o l'infedeltà del sogno
Nebbia
Come un'alba d'inverno
che aspetta solo di divenire.
Beatrice Niccolai
'esisto'
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