Siamo come per gli oleandri,
la terra di confine.
Quanta fatica si annidia nel divenire
senza mai percepire
la linea sottile che divide il prima e il dopo
dal tempo che si forma
come in un utero,
nella stanza.
E' la fatica del chiarore dell'alba
dopo lunghe notti senza stelle
e un pensiero si fa clandestino
come l'urlo di un'apologia d'appartenenza.
Ha tende brevi come la vita,
la mia stanza.
Beatrice Niccolai
terra di confine
martedì 5 febbraio 2008
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